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EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

CALENDARIO

lunedì 9 dicembre 2019

MIGLIORI TECNOLOGIE DISPONIBILI PER L’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI, UN UTILE STRUMENTO PER SMETTERE ?


Abbiamo già parlato dell’importanza delle decisione UE in merito alle migliori tecnologie disponibili (BAT).
Il principale aspetto è quello che rappresentano uno strumento a disposizione (anche) delle popolazioni esposte per valutare le prestazioni ambientali di un dato impianto nell’ambito di una filiera produttiva sottoposta alla direttiva sulle emissioni industriali ed in particolare gli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale.
L’emanazione di una decisione UE su una filiera produttiva fa anche scattare l’obbligo della revisione di tutte le autorizzazioni (AIA) degli impianti esistenti entro 4 anni dalla pubblicazione sulla gazzetta europea con i relativi obblighi di adeguamento alle migliori tecnologie disponibili descritte nelle decisioni.
Ora è (finalmente) la volta degli impianti di incenerimento.
Con la decisione UE 2019/2010 del 12.11.2019 sono state definite le BAT per gli impianti di incenerimento (e coincenerimento) e dovranno pertanto essere riviste le autorizzazioni entro il 3.12.2023.
decisione ue bat inceneritori 2019
Un primo intervento dal “basso” è sicuramente quello di non lasciare che gli enti preposti (regioni o province a seconda dei casi) si sveglino all’ultimo minuto e, anzi, attivare la procedura di revisione da subito, pubblicizzandola.
Entrando su alcuni aspetti tecnici di rilievo (la decisione non è fondata sul nulla ma sulle normative previgenti e sulle linee guida europee relative agli impianti di incenerimento del 2006) possiamo evidenziare :
– L’introduzione, nelle considerazioni alla base del rilascio delle autorizzazioni e delle relative prescrizioni, di contaminanti finora poco considerati ed in particolare la famiglia dei polibromodibenzo diossine e furani (una versione poco conosciuta rispetto alle diossine clorurate) per le emissioni e tutta la banda dei POP (inquinanti organici persistenti) per quanto riguarda scorie e residui solidi dai sistemi di abbattimento
– La considerazione del rendimento elettrico lordo e del rendimento energetico lordo. Si tratta di specifiche in qualche modo già considerate nella normativa (nell’ambito in particolare della fatidica formula R1 che – grazie alla “larghezza” della sua formulazione – fornisce la “patente” di impianto di recupero energetico a quasi tutti gli impianti esistenti. Ora la verifica del rendimento va fatta anche “alla base” ovvero alla turbina (rendimento elettrico lordo) e alla caldaia (rendimento energetico lordo) con prestazioni non sempre agevoli da garantire. Per esempio, per gli impianti esistenti si richiede una efficienza energetica lorda tra il 20 e il 35 % (solo quelli più recenti riescono a posizionarsi intorno al 21 %, nel caso di impianti non recenti difficilmente si va oltre il 18-19 %) e ancor più per quelli “futuri” cui si richiede una efficienza elettrica lorda tra il 25 e il 35 % (tralasciamo le note che introducono, tanto per cambiare, deroghe e/o applicazioni solo a certe tipologie di caldaie/turbine).
– Tra le BAT disponibili viene segnalata (per diossine e mercurio) il sistema di abbattimento per adsorbimento del flusso dei fumi su “letto” di lignite, coke attivo o polimero impregnato di carbonio)
– I livelli di emissioni associati alla applicazione delle BAT risultano i seguenti
Polveri : 2-5 mg/Nmc
Acido cloridrico (HCl) : 2-8 mg/Nmc (il livello più alto per gli impianti esistenti)
Acido fluoridrico (HF) > 1 mg/Nmc
Ossidi di zolfo 5-40 mg/Nmc (il livello più alto per gli impianti esistenti)
Ossidi di azoto : 50-150 mg/Nmc (il livello più alto per gli impianti esistenti)
Ossido di carbonio : 10 -50 mg/Nmc
Ammoniaca : 2- 10 mg/Nmc
Mercurio : 1 -10 mg/Nmc (in realtà si individuano come attuabili livelli per nuovi impianti tra 0,015 e 0,035 mg/Nmc)
Nessuna indicazione, purtroppo, per gli altri parametri (metalli pesanti, PM10/PM2,5, diossine, IPA, PCB ….) che sono invece considerati nell’ambito dei rilasci con gli scarichi idrici in presenza di sistemi di trattamento dei fumi di tipo umido (con soluzioni di reattivi).
Per gli aspetti rimanenti non vi sono grandi novità rispetto alle già note modalità gestionali e di monitoraggio conosciute (ma non sempre pienamente adottate nelle autorizzazioni dei singoli impianti in esercizio).
Ovviamente, dal punto di vista di chi scrive, la questione non è come “bruciare meglio” i rifiuti ma come evitare ogni – presunta – necessità di bruciarli. La migliore tecnologia disponibile da attuare è infatti quella della prevenzione, riduzione, riuso e riciclo.
Nel frattempo la decisione UE è utile per contrastare nuove patacche e impianti obsoleti.

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