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mercoledì 8 novembre 2017

SCARLINO (GR): Diossine, il Tar dà ragione al Comune

ANCORA una bocciatura.
Ancora dei giudici (del tribunale amministrativo regionale) che confermano quello che è ormai è noto: l’inceneritore di Scarlino non può funzionare. Almeno con le caratteristiche attuali.
Questa volta il Tar della Toscana ha annullato la determinazione dirigenziale del 2 agosto 2013 del dirigente dell’area ambiente della Provincia di Grosseto, con la quale era stata concessa formale autorizzazione al riavvio dell’impianto di Scarlino, dopo il fermo disposto in conseguenza del rilievo Arpat del maggio 2013 per gli sforamenti di diossina previsti nell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2012, anch’essa impugnata dal Comune con ricorso accolto dal Consiglio di Stato nel 2015.
Il nulla osta al riavvio era stato impugnato dal Comune di Follonica con motivi volti sostanzialmente a censurare carenze istruttorie nei procedimenti di autorizzazione al funzionamento dell’impianto in relazione ai dati tecnici ed anche epidemiologici evidenziati dal proprio consulente.
Il Tar ha motivato poi l’accoglimento del ricorso – secondo il meccanismo dell’invalidità derivata - sulla base del quadro concettuale ed effettuale derivante dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2015 di annullamento dell’Aia del 2012, «per non aver convenientemente disaminato e considerato lo stato di salute delle popolazioni coinvolte e le condizioni dei corpi idrici presenti nell’area interessata dallo stabilimento».
Il Tar ha evidenziato ancora che a fronte delle numerose e documentate circostanze di sforamento dei vari valori di riferimento per l’inquinamento, sia dell’aria che dei corpi idrici, «l’affermazione di carattere generale del soggetto proponente l’iniziativa doveva essere seguita da una specifica attività istruttoria, in ordine agli effettivi agenti inquinanti già presenti e alla potenziale incidenza che su di essi si sarebbe potuta riscontrare a seguito dello svolgimento dell’attività, oggetto delle istanze della società».

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TAR boccia nulla osta Provincia


Le nostre preoccupazioni erano fondate (novembre 2017)
Categoria: Generale
Postato da: comitato
FOLLONICA – Il Tar ha bocciato il nulla osta della Provincia sull’impianto di Scarlino Energia. Il provvedimento era stato rilasciato dall’amministrazione provinciale di Grosseto nell’agosto del 2013 dopo che l’impianto del Casone si era fermato nel mese di maggio dello stesso anno.
La sezione seconda del tribunale amministrativo regionale ha così accolto il ricorso del Comune di Follonica con la sentenza numero 1297 del 2017. In questo modo ha annullato la determinazione dirigenziale numero 2454 del 2 agosto 2013 del dirigente dell’area “Ambiente e Conservazione della Natura – Dipartimento Sviluppo sostenibile della Provincia di Grosseto”, con la quale era stata concessa  formale autorizzazione al riavvio  dell’impianto dell’inceneritore di Scarlino,  dopo il fermo disposto in conseguenza del rilievo Arpat del maggio 2013 di sforamento dei limiti di emissione delle diossine previsti nell’A.I.A. (Autorizzazione integrata ambientale), rilasciata nel 2012  (anch’essa impugnata dal Comune con ricorso accolto dal Consiglio di Stato con la sentenza 163/2015).
Il nulla osta al riavvio era stato impugnato dal Comune di Follonica con motivi volti sostanzialmente a censurare carenze  istruttorie  nei procedimenti di autorizzazione al funzionamento dell’impianto in relazione ai dati tecnici ed anche epidemiologici evidenziati dal proprio consulente.
Dopo un excursus sul contenzioso che ha interessato le autorizzazioni al funzionamento dell’impianto in questione rilasciate dalla Provincia di Grosseto dal 2008 ad oggi, il TAR ha motivato l’interesse attuale a giungere ad una decisione, disattendendo sul punto le eccezioni e deduzioni della  Provincia di Grosseto e dalla Società Scarlino Energia costituitesi in giudizio, sul presupposto che in virtù di detto nulla osta  l’impianto ha  operato dal 2013 al 2015-
Il Tar ha motivato poi l’accoglimento del ricorso – secondo il meccanismo dell’invalidità derivata –  sulla base del quadro concettuale ed effettuale derivante dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 163/2015 di annullamento dell’A.I.A. del 2012,   in conseguenza di rilevati vizi nell’operato della Provincia di Grosseto di difetto di istruttoria per non aver convenientemente disaminato e considerato lo stato di salute delle popolazioni coinvolte e le condizioni dei corpi idrici presenti nell’area interessata dallo stabilimento in questione.
Il Tar ha evidenziato  ancora che “Pertanto, a fronte delle numerose e documentate circostanze di sforamento dei vari valori di riferimento perl’inquinamento, sia dell’aria che dei corpi idrici presenti in loco, l’affermazione di carattere generale del soggetto proponente l’iniziativa (secondo la quale “nella sostanza non verranno apportate sostanziali modifiche ai processi degli impianti come attualmente configurati”…) ….doveva essere seguita da una specifica attività istruttoria, in ordine agli effettivi agenti inquinanti già presenti e alla potenziale incidenza che su di essi si sarebbe potuta riscontrare a seguito dello svolgimento dell’attività, oggetto delle istanze della società …”
«Ancora una volta il Tribunale amministrativo conferma le nostre preoccupazioni e le nostre ragioni di contrarietà ad un impianto estraneo al territorio” sottolinea il sindaco Andrea Benini. “La nostra opposizione all’inceneritore non è mai stata ideologica ma fondata nel merito di carenze, lacune, contraddizioni, che i diversi livelli di giudizio hanno sempre confermato. Continueremo con caparbietà e decisione il nostro impegno, insieme a tutta la comunità follonichese, anche nel ricorso al Consiglio di Stato rispetto alle ultime autorizzazioni e a lavorare seriamente per costruire alternative concrete al modello-inceneritore»

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