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mercoledì 23 settembre 2015

Caccia: Bollettino di guerra - già 11 feriti e 2 morti!

COMUNICATO STAMPA - Associazione Vittime della caccia - Bollettino di Guerra n.1

Il silenzio delle Istituzioni fa  più male del piombo incandescente nella carne
L'Associazione Vittime della caccia denuncia l'ennesima mattanza registrata in soli due giorni di attività venatoria. Nel giorno di apertura della stagione 2015-2016, domenica 20 settembre e lunedì 21, risulta si siano verificati un caso di omicidio e otto ferimenti.
In tutto risultano dal 2 settembre (pre-aperture) al 21, 2 omicidi a causa dell'attività venatoria e 11 ferimenti sempre per armi da caccia, tra questi anche quattro persone estranee a questa pratica: nel pavese un signore anziano presso la sua auto, due agricoltori mentre raccoglievano frutta in una azienda nel veronese, a Treviso una ragazzina di 15 anni mentre andava in bicicletta.
A dir poco una situazione esplosiva che non può più essere ignorata. Ogni anno si leggono articoli su articoli delle associazioni venatorie che decantano la stampa di manuali e guide alla sicurezza, convegni e chiacchiere che, a quanto pare, servono solo a far girare denaro, neppure sono utili alla sola tutela degli stessi cacciatori (perchè solo di quello trattano), visti i risultati.
Ognuno si ammazza come vuole, ma che in Italia si possa permettere che qualcuno tranquillamente attenti alla vita delle persone ignare per una propria perversa passione, significa aver perso anche quel minimo senso della collettività, della responsabilità personale, delle istituzioni e della giustizia.
Un prezzo in vite umane e non solo (visto che l'olocausto animale è impossibile quantificarlo non essendo certo quello riportato sui tesserini venatori) che l'Associazione Vittime della caccia intende con maggiore veemenza portare all'attenzione dei Dicasteri competenti, perchè di vero allarme si tratta, altro che banali incidenti di caccia!” dichiara Daniela Casprini.
Qui non è necessario esprimere una opinione su caccia si o caccia no – qui si denuncia una continua fucileria su persone ignare ed estranee alla caccia, persone su luogo pubblico, o a casa loro con i loro animali domestici che non possono fruire neppure dei propri fondi, agriturismi che perdono clienti durante la stagione venatoria, perchè non è solo una questione di vita o di morte ma anche di qualità della vita e un paese che si dichiara civile, questo, come minimo lo condanna e prende seri provvedimenti. Questo la gente si aspetta.
Il silenzio delle istituzioni non può continuare: non è più una questione di opinioni o di gestione dell'attività venatoria ma di diritto alla vita ed è necessario che anche il Ministro dell' Interno, Alfano, provveda ad arginare questa follia, degna di un paese incivile e da terzo mondo, dove la guerriglia armata è la normalità. Siamo in Italia.
©Associazione Vittime della caccia - 22 settembre 2015

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