Credo che raramente un documento dell’Associazione dei Medici per l’Ambiente (Isde Italia) sia giunto in momento più opportuno. È stato infatti pubblicato il comunicato stampa e ilPosition Paper sulla corretta gestione dei rifiuti solidi urbani.
Si tratta di un documento condiviso che riporta le Linee Guida su un argomento che proprio in questi giorni è ancora una volta alla ribalta in seguito ai decreti attuativi che prevedono la costruzione di nuovi inceneritori.
Il
documento vuole essere (come del resto tutti i documenti di Isde!) uno
strumento corretto e puntuale sia dal punto di vista scientifico che
normativo a disposizione di amministratori, associazioni, cittadini
interessati a conoscere il parere di medici che non hanno alcun conflitto di interesse sul tema trattato, ma che vogliono solo difendere la salute pubblica.
Nel Position Paper si affronta in particolare il problema dell’incenerimento dei rifiuti – con le relative implicazioni energetiche ed economiche – che, a onta delle indicazioni europee, viene invece sempre più incentivato dalle
nuove norme italiane in materia. A tal proposito, con il supporto della
letteratura scientifica internazionale, Isde Italia giudica questa
pratica, non soltanto antieconomica, ma anche assai pericolosa per la salute dei cittadini. Ugualmente esplicitate le perplessità dell’Associazione sul conferimento in discarica dei
materiali post-consumo, fonte di spreco di risorse e segnale evidente
dell’incapacità di tante amministrazioni pubbliche ad affrontare
adeguatamente il problema.
Ormai dobbiamo convincerci che l’unica via di uscita è pensare a una economia “circolare”, che, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation “è
un termine generico per definire un’economia pensata per potersi
rigenerare da sola. In un’economia circolare, i flussi di materiali sono
di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella
biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza
entrare nella biosfera”. L’economia circolare è dunque un sistema in cui
tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono
organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per
qualcun’altro. Questo del resto è quanto la stessa Commissione Europea in un documento del 2 luglio 2014 già raccomandava sollecitando
e adottando “proposte intese a sviluppare un’economia più circolare in
Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati membri. Il
conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti creerebbe
580 000 nuovi posti di lavoro, rendendo l’Europa più competitiva e
riducendo la domanda di risorse scarse e costose.”In
un momento di scarsità di materie prime e di crisi ambientale ormai
sotto gli occhi di tutti, è davvero paradossale che il tema dei rifiuti
venga affrontato pensando di implementare il ricorso all’incenerimento
che altro non è che fonte di inquinamento e spreco di risorse.
Nel 3° millennio non si può più pensare a un’economia “lineare” in cui
si susseguono estrazione, produzione, consumo, smaltimento e in cui,
terminato il consumo, termina anche il ciclo del prodotto che diventa
rifiuto. In una visione “lineare” quindi si ricomincia ogni volta da
capo, quasi vivessimo in un pianeta non già fin troppo avvelenato e in
cui le risorse sono sempre più in via di esaurimento.
Dal
momento che ci sentiamo sempre ripetere per quanto attiene riforme,
rispetto dei parametri economici, vincoli di bilancio etc. che “ce lo chiede l’Europa”
, perché l’attuale governo si dimentica totalmente di queste altre
richieste, visto che è sempre l’Europa a farcele? Dove sta la coerenza?
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