Roma, 13 luglio 2015, Comunicato stampa
Il
Silenzio assenso dopo 60 giorni dalla richiesta di un’autorizzazione
rischia causare gravi danni all'ambiente, alla salute dei cittadini, al
paesaggio. Il tentativo di riforma fallito dal Governo Berlusconi, oggi
viene assunto dal Governo Renzi attraverso una lettura sbagliata dei
problemi e delle responsabilità. L’articolo 3 del Ddl Madia in corso di
approvazione alla Camera prevede al Comma 3 il Silenzio assenso negli
atti tra amministrazioni esteso ad ogni processo decisionale - comprese
le Conferenze dei Servizi - e a tutte le diverse amministrazioni
preposte alla tutela: Sovrintendenze, Enti Parco ecc. Dopo 60 giorni
dalla richiesta di un'autorizzazione, “anche nei casi in cui è prevista
l'acquisizione di assensi, concerti, nulla osta comunque denominati di
amministrazioni preposte alla tutela ambientale,
paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei
cittadini, il silenzio di tali amministrazioni equivarrà a un atto di
assenso”.
“Oltre
a depotenziare gli effetti della nuova legge sugli ecoreati con lo
smembramento del Corpo Forestale, il Ddl Madia torna a incidere su
ambiente, paesaggio e salute dei cittadini, con il Silenzio assenso –
dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – che è
una risposta sbagliata ai problemi, reali, di velocità della risposta della pubblica amministrazione e di presa di responsabilità da parte dei diversi Enti. I
ritardi delle pubbliche amministrazioni nelle decisioni ambientali, a
nostro avviso, sono imputabili non solo alla durata formale dei
procedimenti, ma ad una inadeguata istruttoria che precede la
conclusione del procedimento. Ci si concentra troppo sull’esito finale
del procedimento, senza porre rimedio alla frammentazione delle
competenze ambientali ripartite tra troppi enti distinti, non si tiene
in debito conto la non adeguata formazione del personale pubblico - che
spesso è carente anche quantitativamente - preposto ad assumere le
decisioni, che deve districarsi in una legislazione tracimante, spesso
contraddittoria e di difficilissima applicaziontute. In ultimo, esiste
una incapacità da parte della pubblica amministrazione di coinvolgere il
pubblico prima dell’avvio dei procedimenti decisionali a rilevanza
ambientale, inserendo così il conflitto alla fine del procedimento. Per
questa ragione proponiamo che il dibattito pubblico e la partecipazione
dei cittadini assuma un ruolo fondamentale nelle decisioni della
pubblica amministrazione per rendere le decisioni più trasparenti e più
condivise”.
Se
il Governo Renzi vuole modernizzare il Paese deve intervenire cambiando
il funzionamento della Pubblica Amministrazione. Negli uffici che non
sono in grado di rispondere entro 60 giorni occorre intervenire
potenziandoli e riorganizzandoli. Se ci sono dirigenti che non si
prendono la responsabilità di firmare gli atti si devono fissare i tempi
oltre i quali i responsabili sono chiamati a risponderne. Perché non è
accettabile che siano l'ambiente, la salute dei cittadini, il paesaggio
a pagare le conseguenze di una scelta scellerata.
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Milena Dominici Capo ufficio stampa
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