Il
gruppo Mamme No Inceneritore insieme al Coordinamento dei Comitati
della Piana Firenze, dell’Associazione Medicina Democratica e
dell’associazione Italia Nostra, del Comitato civico No Inceneritore di
Campi Bisenzio, dell’Assemblea della Piana contro le nocività,
dell’Associazione Un’altra sesto è possibile, del Coordinamento dei
Comitati per la salute della Piana Prato, dell’Associazione Rifiuti Zero
Firenze e dell’Associazione Zero Waste Italy; promotori, con altre
organizzazioni di base, della Manifestazione Popolare dell'11 Aprile,
inviano il seguente comunicato stampa pregandone la massima diffusione
per il tema di estremo interesse cittadino.
In
relazione alla imminente convocazione della seconda seduta decisoria
della Conferenza dei Servizi per la realizzazione e gestione di un
impianto di incenerimento rifiuti nel Comune di Sesto Fiorentino (Fi),
loc. Case Passerini, prevista per il giorno 18 Giugno 2015 ore 09.30 e
convocata da Città Metropolitana di Firenze con Prot. N° 0263602 del
14/05/2015,
con il presente comunicato chiedono
L’IMMEDIATA SOSPENSIONE E IL RINVIO A DATA DA DESTINARSI
della suddetta seduta decisoria.
L’IMMEDIATA SOSPENSIONE E IL RINVIO A DATA DA DESTINARSI
della suddetta seduta decisoria.
Si
sottolinea che in questi mesi si sono succeduti decine di incontri
pubblici con esperti del settore, medici, dottori, gestori del ciclo dei
rifiuti e amministratori . In questi mesi il filo comune conduttore di
tutte le iniziative è stata la richiesta di un incontro e un confronto
pubblico con i cittadini e i decisori politici su un tema così
importante. A questi confronti ha partecipato un numero sempre crescente
di cittadini, informati della realizzazione dell’opera in questione ed
estremamente interessati alla valutazione delle alternative esistenti
quali il percorso alternativo di gestione dei rifiuti, noto sotto il
nome di Rifiuti Zero.
A
questi incontri hanno fatto seguito: una grande manifestazione di massa
con l’adesione di oltre 6mila persone, numerosi incontri pubblici sul
tema, fra cui uno a cui sono stati invitati tutti i candidati alle
elezioni regionali, e non ultimo un concerto nel quartiere delle Piagge
con Artisti e Musicisti di fama nazionale cui hanno partecipato 10mila
persone.
Tutti uniti e contrari alla costruzione del futuro inceneritore di Firenze.
Si
rende quindi palese come non sia più possibile ignorare che una grande
parte della popolazione esprima l’esigenza di rivedere in toto la
costruzione dell'impianto.
Davanti a tutte queste richieste si rende indispensabile una risposta dalle Istituzioni, anche in considerazione del fatto che in molti comuni di Italia si sta adottando una gestione alternativa dei rifiuti.
Davanti a tutte queste richieste si rende indispensabile una risposta dalle Istituzioni, anche in considerazione del fatto che in molti comuni di Italia si sta adottando una gestione alternativa dei rifiuti.
Si
rende noto inoltre che questa mattina (15 GIUGNO 2015) è stata inviata
alle Autorità competenti un documento che affronta nel dettaglio quanto
qui brevemente riportato ai punti 1,2,3 e 4, che si allega alla
presente.
Considerazioni complessive alla base della richiesta di rinvio:
1)
Non competenza della Città Metropolitana per il procedimento in esame,
come si evince dalla legge Regionale 28 ottobre 2014 n.61, che rialloca
le competenze per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia
di gestione dei rifiuti, la Città Metropolitana non è competente per il
procedimento in esame mentre la titolarità di questa funzione deve
essere trasferita alla Regione fin dall’entrata in vigore della predetta
legge.
2)
Nell’ambito della procedura di Autorizzazione Unica la conferenza dovrà
determinare se l’impianto di incenerimento di Case Passerini debba
essere qualificato come impianto di smaltimento o come impianto di
energia rinnovabile in un contesto normativo viziato da contrasto delle
norme interne con le direttive dell’Unione Europea .
3)
Mancata previsione del destino finale dell’ingente quantitativo delle
scorie e delle ceneri (oltre 50.000t/anno) prodotte dall’impianto di
progetto, anche alla luce dell’entrata in vigore il 1 giugno scorso del
Regolamento dell’Unione europea numero 1357, da cui consegue perdita di
autosufficienza dell’ATO ed in-sostenibilità economica dello
smaltimento. Da considerare infatti che dal 1 giugno 2015 entrerà in
vigore il Reg CE 1357/2014 che classifica come RIFIUTO PERICOLOSO sia le
ceneri dei filtri sia le scorie di combustione. Lo smaltimento di tale
quantità di ceneri e scorie in discariche speciali, la cui destinazione
tra l’altro non è indicata nella documentazione del proponente, avrà
quindi un costo rilevante; la quantità di tale rifiuto pericoloso è
comparabile con la quantità del rifiuto secco non riciclabile derivante
dalle buone pratiche. Appare quindi persistente e preoccupante la totale
assenza di riferimenti al riguardo.
4)
Imprescindibile necessità di valutare gli effetti cumulativi
dell’impianto di incenerimento in questione con il progetto della nuova
pista aeroportuale di Firenze. Non sono più utilizzabili i modelli
diffusionali di ricaduta degli inquinanti dell’inceneritore, stante a
causa della la prossimità dei camini dell’impianto alla zona
aeroportuale e considerate le notevoli turbolenze atmosferiche che
sarebbero prodotte dall’intenso traffico aereo, situazione in conflitto
con l’art.8/10dlg133/2005. Elemento questo di assoluta novità emerso in
sede di Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto definitivo
dell’aeroporto. Da cui necessità di una nuova Valutazione di Impatto
Sanitario (VIS).
5)
il progetto presentato non considera la possibilità di utilizzare una
BAT (Best Available Technology),ossia migliore tecnologia disponibile,
in quanto ad abbattimento inquinanti. Infatti il progetto prevede ad
esempio per i PCDD+PCDF un valore garantito di legge di 0,1 ng/Nm3,
limite obsoleto limiti obsoleti che saranno dovranno essere ben presto
aggiornati a valori molto più bassi. Tale aggiornamento a limiti più
bassi comporterà una modifica sostanziale progettuale.
6) Come
avanzato dalla azienda sanitaria locale (ASL) nella procedura di VIA è
stata resa esplicita la rischiosità dell’impianto per la salute umana:
il progetto mette a rischio e quindi in pericolo le condizioni di salute
delle popolazioni della zona e non solo, e dunque i loro diritti
fondamentali alla sicurezza e all’integrità fisica. Tali conclusioni si
evincono da quanto richiesto dalla stessa ASL ovvero: a)la sorveglianza
degli effetti sugli esiti riproduttivi e sull'incidenza dei tumori. B)
un progetto di controllo della contaminazione della catena alimentare da
IPA, diossine e PCB, metalli pesanti, attraverso indagini mirate e C)
uno studio epidemiologico sui lavoratori addetti all'impianto con
sorveglianza dello riguardo allo stato di salute da estendere
eventualmente alla popolazione residente/presente nell'area di
potenziale ricaduta. L’esistenza di una situazione di rischio comunque
confermata dalla procedura della Asl pone tale progetto in una
condizione di assoluta non applicabilità come sancito, tra gli altri,
dall’art 32 della Costituzione della Repubblica Italiana: “La Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse
della collettività(…). La legge non può in nessun caso violare i limiti
imposti dal rispetto della persona umana”.
7) non
sono MAI state fatte opere di mitigazione del precedente danno
ambientale, come l’Istituzione di un parco pubblico, come invece è
previsto dal PIT che ormai da anni prevede nelle zone circostanti
l'impianto la creazione del Parco Agricolo della Piana
8)
le considerazioni alla base della necessità di istituire un impianto di
incenerimento fanno riferimento a valutazioni vecchie e desuete che non
tengono conto dei volumi attualmente raggiunti con la raccolta
differenziata. L’istituzione di buone pratiche, che saranno in seguito
incrementate secondo da indicazioni fornite da UE, abbatte il volume di
rifiuti da incenerire rendendo totalmente inutile un impianto di tale
portata previsto nel progetto attuale con la conseguenza che si
verifichi quanto in corso nei comuni di Parma o Brescia con
considerevole crisi nella gestione stessa degli impianti.
In
base a queste e altre considerazioni, comunicate anche direttamente
alle istituzioni, si rende indispensabile un ripensamento dell’intero
sistema gestione rifiuti per indirizzarsi verso un modello basato su
responsabilità individuali e collettive e sui meccanismi più virtuosi
dell’economia circolare, ormai sostenuti non solo da comitati schierati,
ma anche da autorevoli esponenti del mondo economico, finanziario e
imprenditoriale della Comunità Europea e mondiale.
Sulla
base di tutte le suddette considerazioni, infine, si ribadisce la
necessità di un rinvio della Conferenza dei Servizi, al fine di avviare
un confronto vero con la popolazione ed i comitati, e di individuare la
migliore soluzione da un punto di vista sanitario, ambientale ed
economico, per la gestione dei RSU (rifiuti solidi urbani) dell’ATO
Toscana Centro.
Firenze 15/06/2015
Nessun commento:
Posta un commento