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mercoledì 8 aprile 2015

L’Italia è responsabile di atti di tortura. E nessuno paga.

 Di Gruppo d’Intervento Giuridico onlus - 8 Aprile 2015
 
Quanto accaduto alla Scuola “Diaz” di Genova, in occasione della riunione G8 del 2001 è stato definito dal  vice-questore aggiunto Michelangelo Fournier (udienza del 13 giugno 2007)  uno dei protagonisti, in modo abbastanza semplice e chiaro: sembrava una “macelleria messicana“.
La Corte di cassazione, con sentenza Sez. V, 2 ottobre 2012, n. 38085 (qui la prima parte, qui la seconda parte) aveva confermato le condanne per falso aggravato, nei confronti di alcuni alti funzionari della Polizia di Stato coinvolti nella vicenda (reclusione e pena accessoria dell’ interdizione dai pubblici uffici), confermando in buona parte la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Genova.
Una delle pagine più buie della nostra democrazia: 93 persone ingiustamente arrestate, e tra queste 87 hanno subito lesioni e due hanno corso pericolo di vita, a causa della furia degli agenti di Polizia.  La sentenza, infatti, aveva ricostruito i fatti e descritto il comportamento degli uomini della Polizia di Stato nei confronti delle persone che si trovavano all’interno della scuola Diaz, come un “puro esercizio di violenza“, caratterizzato da un “massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia”  e afferma che “l’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime“.
Quando venne emessa la sentenza definitiva della Corte di cassazione trovò modo di distinguersi Gianni De Gennaro, all’epoca dei fatti di Genova Capo della Polizia (assolto), allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Monti, oggi presidente di Finmeccanica, esprimendo “un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata“.
Comunque la santa prescrizione consentì che i colpevoli rimanessero sereni al loro posto.
Arnaldo Cestaro
Arnaldo Cestaro

Uno dei criminali organizzati (per dirla con le parole dell’empatico De Gennaro) che vennero massacrati nella Scuola “Diaz” – il vicentino Arnaldo Cestaro, allora sessantaduenne, oggi settantacinquenne, un braccio, una gamba, dieci costole rotti ematomi in testa, lividi dappertutto – ha cocciutamente ricercato un po’ di giustizia.
Una vicenda vergognosamente tragica, anche e soprattutto per i tanti, tantissimi cittadini in divisa che ogni giorno con onestà e dedizione difendono la sicurezza della collettività e che non devono certo essere infangati da tali pessimi colleghi.
Ora la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia perché quanto combinato dalla Polizia nell’irruzione alla Scuola “Diaz” il 21 luglio 2001 “deve essere qualificato come tortura, in violazione dell’art. 3 della Convenzione internazionale sui Diritti Umani. Non solo. Nella sentenza i giudici europei hanno affermato che se i responsabili non sono mai stati puniti, è dovuto all’inadeguatezza delle leggi italiane, che quindi devono essere cambiate. Inoltre, la mancanza di determinate ipotesi di reato (es. tortura) non consente allo Stato di prevenire efficacemente il ripetersi di possibili violenze da parte delle Forze dell’ordine.
Quando finalmente si volterà pagina in questa povera Italia?

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus


 (foto da Rai News)

FONTE ARTICOLO: http://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2015/04/08/litalia-e-responsabile-di-atti-di-tortura-e-nessuno-paga/

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