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CALENDARIO

venerdì 11 ottobre 2013

Approvato il nuovo piano rifiuti della Regione: più incenerimento e malattie per tutti


incenritori pinocchio L’inceneritore di Case Passerini s’ha da fare!! 

 No all’impianto di Rufina e a quello di Greve in Chianti, chiuderanno gli  impianti di Falascaia e Garfagnana.
Che fine faranno gli impianti di Scarlino, Montale e Altopascio?
Lunedì la Giunta regionale Toscana ha approvato il nuovo Piano Regionale di trattamento dei rifiuti che è stato presentato alla stampa questa mattina.
In un comunicato stampa la Regione illustra quelli che sono gli obiettivi del piano ed i mezzi per raggiungerli.
1) Prevenire la formazione dei rifiuti – Si prevede una riduzionedell’attuale produzione di rifiuti fino a 50 kg/abitante.
2) Portare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani al 70% entro il 2020 del totale dei rifiuti urbani, passando dalle circa 900.000 t/a attuali a circa 1,7 milioni di t/a.
3) Riduzione degli impianti – Il piano esclude la possibilità che vengano realizzati nuovi impianti rispetto a quelli già previsti dagli attuali piani provinciali e interprovinciali. Rispetto a questi il PRB comporterà una riduzione.
• TMB: Il piano prevede che non vengano realizzati nuovi impianti di Trattamento Meccanico Biologico.
• Termovalorizzatori da 9 a 7: il recupero energetico passerà dall’attuale 13% al 20% dei rifiuti urbani.
• Discariche da 12 a 5: i conferimenti in discarica saranno portati a un massimo del 10% dall’attuale 42% dei rifiuti urbani corrispondente a circa 235.000 t/anno.
Questa sarebbe la legge che dovrebbe portare la Toscana ad una rivoluzione culturale sulla gestione dei rifiuti?
Quello che appare evidente è il dato politico, che prima ha visto una grande propaganda del presidente Rossi sulle buone pratiche in Toscana e poi in accordo con la sua giunta ha votato un Piano Regionale che mantiene inalterati i vecchi rapporti d’interesse senza dare una svolta verso un reale cambiamento.
Da quando emerge dai dati ISPRA, i rifiuti in toscana dal 2006 ad oggi sono calati del 12% con una riduzione di 90kg/anno/abitante. La riduzione prevista dalla legge regionale di 50kg/abitante per questo è da considerarsi fisiologica. La vera parte che viene omessa è un piano di riduzione dei rifiuti che metta nero su bianco quali sono le buone pratiche per ridurre i rifiuti a monte della filiera.
Ben venga l’atteso aumento della raccolta differenziata ma la priorità secondo i driver europei è quella di puntare alla riduzione dei rifiuti non alla loro “valorizzazione energetica”.
Infatti pur dichiarando che il numero degli inceneritori diminuiranno, la percentuale di incenerimento salirà dall’attuale 13% al 20%.
Questa è da considerarsi come una vera è propria presa in giro, perché il materiale residuo proveniente dal sacco grigio anziché essere ulteriormente recuperato attraverso impianti dedicati, verrà trasformato in CSS (Combustibile solido secondario) per poi essere incenerito.
Sappiamo benissimo che esistono impianti in grado di recuperare ulteriore materia dal sacco grigio e trasformarla in veri manufatti, come avviene nel nuovo impianti di REVET che trasforma le plastiche miste in laterizi, panchine, sedie, scocche per scooter, vasetteria e cassette per l’ortoflorovivaismo.
I nostri amministratori vedono solo combustile da incenerire nei materiali di recupero e nient’altro. Questo perché dietro questi investimenti si muovono interessi molto forti (vedi unione Quadrifoglio ed Hera nella nuova società Q.tHermo per la costruzione dell’inceneritore di Case Passerini) che non permettono di prendere delle decisioni che vadano nella giusta direzione, ovvero quella di migliorare il sistema di gestione dei rifiuti dando spazio a nuove economie locali e riducendo l’impatto ambientale e sanitario su tutto il territorio. Gli interessi in gioco sono calcolabili numericamente, infatti gli investimenti previsti dalla regione Toscana per il revamping (ammodernamento) dei vecchi impianti e per la costruzione dei nuovi si aggira intorno ai 530 milioni di €.
Nel frattempo la discarica di Peccioli ha già pensato di far richiesta di potenziamento raddoppiando quasi la volumetria autorizzata, l’impianto di Montale, di Scarlino e di Altopascio nonostante i continui e ripetuti sforamenti di diossine e altre sostanze cancerogene continueranno a bruciare rifiuti.
L’inceneritore di Case Passerini intanto continua il suo iter burocratico per l’autorizzazione mentre i comitati dei cittadini e ARPAT presentano le loro osservazioni sullo Studio di Impatto Ambientale (SIA) fatto dalla società Q.tHermo, facendo risaltare le numerose incongruità con il piano interprovinciale dei rifiuti (PIT).
Mi dispiace ma se la giunta Rossi voleva andare verso Rifiuti Zero ha proprio sbagliato strada!

Antonio Di Giovanni

Rifiuti Zero Firenze
8 ottobre 2013


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“L’inceneritore di Selvapiana non si farà più” (se non converrà….)

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