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martedì 17 settembre 2013

"Perché fu rimosso il dirigente?" I dubbi sulla decisione Rossi

Per la Regione Toscana era l'architetto Zita, capo dell'ufficio Valutazioni d'impatto ambientale, ad occuparsi della classificazione dei rifiuti della fresa Monna Lisa. E il presidente stabilì di rimuoverlo dall'incarico

"Perché fu rimosso il dirigente?" I dubbi sulla decisione Rossi
Nell'ordinanza di custodia cautelare del giudice del tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti compare anche il nome di Enrico Rossi. Di lui si parla in merito alla rimozione dall'incarico del dirigente dell'ufficio Valutazioni d'impatto ambientale Fabio Zita, che si occupava della vicenda degi materiali di risulta degli scavi dell'Alta velocità.

"Sono stati svolti numerosi accertamenti", scrive il giudice, "per chiarire la capacità di influenzare e determinare le scelte della pubblica amministrazione, con particolare riferimento al mutato orientamento della Regione Toscana in merito alla declassificazione dei rifiuti della fresa in terra e rocce, con rimozione dall'incarico dell'architetto Zita".

Il quale, sentito dal pm il 19 gennaio scorso, "ha chiaramente manifestato il suo stupore e amarezza nell'avere subìto tale rimozione e non è stato in grado di spiegarme la ragione..."

Anche l'assessore all'Ambiente Anna Rita Bramerini viene chiamata a chiarire la vicenda, due giorni dopo Zita. "Bramerini ha confermato che la determinazione, che peraltro ha sorpreso anche lei, di rimuovere Zita e di togliere a lei la delega alla Valutazione d'impatto ambientale, era direttamente riferibile a Rossi, motivata in termini generici con la necessità di accelerare le pratiche".

Sentita pure la nuova dirigente Garvin, che per sua stessa ammissione riconosce di non aver nessuna competenza in materia di impatto ambientale e rifiuti. "Richiesta di specificare le problematiche tecniche", scrive il giudice, "Garvin ha dato risposte generiche rinviando alle competenze tecniche di altri soggetti e lasciando intendere di avere assunto certe determinazioni in modo acritico e formale".

Dalla perquisizione svolta nell'ufficio della garvin "emerge chiaramente che la stessa prende direttive e ordini direttamente dal direttore generale della Regione Barretta che, come si è già ampiamente illustrato nella richiesta di misura cautelare, è in stretto contatto con i membri dell'associazione Lombardi, Lorenzetti e Casale, di cui subisce le pressioni".

Più avanti si legge che Ferro e Lombardi di Italferr "venivano ricevuti dalla Garvin in riunioni riservate presso il suo ufficio in Regione".

Dalle conversazioni intercettate sull'utenza del dipendnete della Regione Siro Corezzi, in aspettativa e in servizio all'ufficio Via del ministero dell'Ambiente, si comprende, spiega il giudice, "come la vicenda della rimozione di Zita sia stata concordata su richieste e pressioni della Lorenzetti e con decisione personalmente assunta dal presidente della Regione Toscana, il quale, indipendentemente dalla buona fede nell'assumere tale decisione in vista della rapida evoluzione autorizzativa del procedimento istruttorio di Via, ha di fatto consentito all'associazione criminale di escludere un funzionario pubblico scomodo, che poteva porre come sicuramente avrebbe posto questioni di merito e di sostanza in tema di tutela ambientale".
 

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