VALORIZZARE DIFENDERE SALVAGUARDARE LA VAL DI SIEVE

L' Associazione Valdisieve persegue le finalità di tutelare l'ambiente, il paesaggio, la salute, i beni culturali, il corretto assetto urbanistico, la qualità della vita e la preservazione dei luoghi da ogni forma d'inquinamento, nell'ambito territoriale dei comuni della Valdisieve e limitrofi.

EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

CALENDARIO

martedì 21 agosto 2012

INCENDIO A GROSSETO




ScreenHunter_02 Aug. 21 11.13
fonte foto Republica
Una tomba gigante per uccelli e insetti, strage di tartarughe.

Finiti in cenere 40 ettari di pineta, danno ecologico enorme La Provincia: nessuno pensi di poter più costruire qui.

Morti istrici scoiattoli, volpi tassi; gli animali sopravvissuti rischiano d’impazzire o di spostarsi alterando l’equilibrio.  Sparisce un polmone verde da una cittadina.
di Emilio Guariglia

GROSSETO 20 AGOSTO
Cornacchie, ghiandaie, occhicotti, capinere, e sterpazzoline; ma anche sparvieri, falchi e lodolai. E poi cicale, coleotteri, mantidi religiose e cavallette,senza dimenticare istrici, scoiattoli, volpi, faine, tassi e tartarughe. Quando, con un po’ troppa fretta, si tira un sospiro di sollievo constatando che «l’incendio per fortuna non ha fatto vittime», ci si dimentica del tributo pagato dall’ambiente naturale e da chi lo popola abitualmente senza devastarlo.
Quelli elencati sopra sono solo alcuni, pochissimi della lista, degli uccelli, dei mammiferi, degli insetti e dei rettili che abitano la pineta maremmana.
I quaranta e passa ettari inceneriti sabato a Marina (su 1800 complessivi in territorio comunale di Grosseto) ora sono, per molti esemplari se non per intere specie, una gigantesca tomba a cielo aperto. Un danno di proporzioni incommensurabili per l’ecosistema e la biodiversità del territorio. Sparisce un polmone verde da un centro urbanizzato, si cancellano in poche ore animali e vegetazione, si alterano equilibri fondamentali ben al di là dei confini della cenere. «Gli animali sopravvissuti – spiega infatti Fabio Cianchi, coordinatore delle Oasi Wwf della Provincia di Grosseto – rischiano di impazzire.
Oppure, nel migliore dei casi, si sposteranno in massa verso un ambiente limitrofo dove ripararsi e cibarsi. Così facendo entreranno in conflitto con chi occupa quegli habitat prima di loro. In un periodo critico come questo, già segnato da una siccità spaventosa per la quale molti animali sono in difficoltà, si scatenerà una competizione che altererà gli equilibri naturali. E servirà molto tempo per ricomporli». Il rogo di mezz’agosto nella pineta di Marina, puntualizza poi Cianchi, si è consumato nel momento peggiore possibile, quello in cui le conseguenze saranno più gravi. «Proprio in questo periodo – ricorda infatti il coordinatore Wwf – nelle nostre pinete, compresa quella di Marina, vivono e nidificano decine e decine di specie di uccelli migratori. Molti sono arrivati fin qui apposta dall’Africa, per svernare: fanno la stagione e tornano indietro a settembre. C’è, per esempio, la rarissima ghiandaia marina, che si riproduce nelle cavità degli alberi; oppure il falco della regina, che sappiamo per certo aver preso dimora anche a Marina. Per fortuna in questo periodo molti di questi hanno già concluso le covate. Ma tra gli alberi ci sono grandi quantità di uccelli giovani e inesperti, che faticano a volare e muoiono, se non bruciati, soffocati dal fumo». Perduti anche migliaia e migliaia di insetti, molti dei quali - per esempio la cicala – rappresentano una fonte di alimentazione straordinaria per specie più grandi. Tra queste ultime, spiega ancora Cianchi, avrà certamente subito una vera e propria mattanza la testuggine di Hermann, la familiare tartarughina della pineta: «Le tartarughe non possono far niente contro il fuoco.
Se sono andati bruciati quaranta ettari – commenta l’esperto – potrebbe essersi estinta un’intera popolazione di questi animali, che vivono in grandi “famiglie”. Un danno pazzesco alla biodiversità». Se questa è la tragedia del “popolo della pineta”, non meno grave è il colpo inferto al sistema pineta nel suo complesso. Un sistema, del resto, già duramente provato dall’assalto del “cimicione”, un parassita che negli ultimi anni, insieme agli incendi e al naturale invecchiamento degli alberi, piantumati nell’800 dai Lorena – ha portato sul limite della morte (dicono i dati della Forestale) quasi il 50 per cento delle piante. Quest’ultimo, devastante incendio potrebbe essere insomma un colpo da ko, in un’annata che tra l’altro – complice la siccità – ha visto decuplicare il numero di ettari divorati dal fuoco in provincia di Grosseto.
Ma se davvero – come ormai appare sempre più certo – il fuoco è appiccato deliberatamente, chi e perché può volere questo disastro?
L’assessore provinciale Patrizia Siveri al proposito lancia un monito che inquieta: «Nessuno pensi – dice – di poter poi costruire su queste aree bruciate». In effetti le leggi vietano qualsiasi edificazione su terreni bruciati, ma il divieto non dura in eterno. E in una zona turistica l’incubo degli appetiti speculativi è difficile da scacciare.
Fonte foto: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2012/08/18/foto/l_incendio_a_marina_di_grosseto-41143898/1/

Nessun commento:

Posta un commento