VALORIZZARE DIFENDERE SALVAGUARDARE LA VAL DI SIEVE

L' Associazione Valdisieve persegue le finalità di tutelare l'ambiente, il paesaggio, la salute, i beni culturali, il corretto assetto urbanistico, la qualità della vita e la preservazione dei luoghi da ogni forma d'inquinamento, nell'ambito territoriale dei comuni della Valdisieve e limitrofi.

EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

CALENDARIO

martedì 16 febbraio 2010

LATTE MATERNO, DIOSSINE E PCB

”A dispetto del grande affetto che noi abbiamo per i nostri bambini

e della grande retorica della nostra società sul valore dell’infanzia,

la società è riluttante a sviluppare quanto necessario

per proteggere i bambini dai rischi ambientali”

(Bruce P. Lanphear Children’s Environmental Health Center - U.S.A. - oct. 2006)

Introduzione

Parlare della contaminazione del latte materno da parte di sostanze inquinanti, tossiche e pericolose vuol dire affrontare un argomento che fa venire i brividi al solo pensiero, tanto è lo sgomento che suscita in qualunque persona dotata di un minimo di sensibilità e buon senso. Prendere coscienza del fatto che l’alimento più prezioso al mondo - che non esito a definire “sacro” - contenga ormai quantità elevate di sostanze pericolose e cancerogene, specie se proveniente da mamme residenti in territori industrializzati, è un argomento tabù e che credo non possa lasciare indifferente nessuno. Forse, proprio per questo, tale argomento è fino ad ora rimasto confinato nell’interesse di pochi specialisti del settore e non è mai emerso, con l’attenzione che merita, al grande pubblico.
Il fatto di non parlare di questo problema e soprattutto l’averlo affrontato, almeno nel nostro paese, in modo sporadico, volontaristico e non sistematico e su larga scala, non contribuisce tuttavia a risolverlo, anzi, come tutte le cose lasciate nel dimenticatoio, quando un problema di una tal portata emerge rischia di “esplodere”, lasciando spiazzati per i dubbi e gli interrogativi che pone innanzi tutti medici e pediatri, ma, ancor più, ovviamente le mamme che si chiedono quali possono essere le conseguenze di tutto ciò per i loro bambini.
Ma perché proprio ora se ne parla?

Antefatto: l’inceneritore di Montale

Il problema è emerso grazie al fatto che due mamme, residenti in area di ricaduta dell’inceneritore di Montale (Pt), si sono volontariamente sottoposte all’analisi del proprio latte grazie a fondi raccolti dal locale comitato contro l’inceneritore.

La questione è complessa e per una analisi più dettagliata della travagliatissima storia di questo

impianto, si rimanda al documento, a firma del Dott. M. Bolognini, Medico Igienista, scaricabile sul sito dell’Ordine dei Medici di Pistoia. (1) Qui si vuol solo dare una breve descrizione della situazione, in modo da capire bene il contesto in cui si è arrivati all’esame del latte materno per iniziativa dei cittadini.

L’inceneritore di Montale tratta 120 ton/giorno (pari a circa 36.000 ton/anno), recentemente
autorizzato a 150 ton/giorno (45.000 ton/anno), destinato a bruciare rifiuti urbani ma anche
ospedalieri e speciali ed è situato nella piana fiorentina, al confine fra 4 comuni: Agliana, Prato,
Montale, Montemurlo.

L’impianto ha sempre presentato criticità ed anche in passato erano stati riscontrati
superamenti nelle emissioni di diossine, ma, grazie a deroghe, aveva sempre continuato a lavorare.

Nel maggio 2007 furono effettuati routinari controlli i cui risultati analitici, comunicati solo in
luglio, evidenziarono un importante sforamento per diossine, che fu confermato nella successiva
indagine eseguita a distanza di pochi giorni per cui, a distanza di oltre due mesi dalla prima indagine
si giunse, il 19 luglio 2007, alla sua temporanea chiusura.

Nei mesi di funzionamento, da maggio a luglio, facendo una media delle emissioni, si può stimare che siano stati emessi 50.000.000 ng di diossine ovvero quanto l’impianto avrebbe potuto emettere in quasi un anno e mezzo di attività.

Dal 2007 al 2009, anche in seguito alle vivaci polemiche che tutta la vicenda aveva sollevato,
da parte di ARPAT ed ASL furono fatte analisi sia di tipo ambientale (suoli, vegetali, ecc.) che su
matrici biologiche (uova, carne di manzo, polli, anatre e pesce gatto del locale parco pubblico)
secondo la mappa di ricaduta riportata in Fig.1.

La media delle diossine nel suolo, secondo il modello di ricaduta fornito da ARPA, ed escludendo un dato del tutto anomalo riscontrato in prossimità dello svincolo autostradale di Pistoia, in via Ciliegiole (sito oggetto di pregresso grave incidente ambientale per incendio di un grande deposito di prodotti per l’agricoltura) è riportato nella Fig. 2........................
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https://docs.google.com/Doc?docid=0AZuPVnFGS9xwZG5jams5c180NmhqaHIyM2Qy&hl=it
 
 
"Pollo ..........alla Diossina....."!

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