VALORIZZARE DIFENDERE SALVAGUARDARE LA VAL DI SIEVE

L' Associazione Valdisieve persegue le finalità di tutelare l'ambiente, il paesaggio, la salute, i beni culturali, il corretto assetto urbanistico, la qualità della vita e la preservazione dei luoghi da ogni forma d'inquinamento, nell'ambito territoriale dei comuni della Valdisieve e limitrofi.

EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

CALENDARIO

martedì 9 settembre 2008

Comunnicato Stampa Primavera 2007

A RISCHIO L'INTEGRITA' PAESAGGISTICA E LA QUALITA' DELLA VITA
NELLA ZONA DEL CHIANTI RUFINA:
IPOTIZZATA LA COSTRUZIONE DI UN INCENERITORE IN COMUNE DI RUFINA

L'ASSOCIAZIONE "VALDISIEVE" A DIFESA DI UN TERRITORIO
La struttura edilizia dell'impianto che si intenderebbe costruire raggiunge, nei punti di massimo ingombro fuori terra,
una dimensione equivalente ad un edificio residenziale di 11 piani (larghezza m 37,80, lunghezza m 103, altezza m 32,15 )e un camino a strisce bianche e rosse di 62,00 m)
con un potenziale di lavorazione di circa 70.000 tonnellate di rifiuti l'anno.
Il tutto proprio nel centro di una delle valli più belle della Toscana,
dove l'agricoltura ed il turismo rappresentano le principali fonti di reddito.

Quali le ragioni del "No" sostenute dall'Associazione Valdisieve:
le conseguenze pregiudizievoli gravi sulla salute umana;
localizzazione in una valle stretta dove le emissioni si diffondono con maggiore difficoltà e a monte dell’acquedotto che serve i comuni di Pontassieve e Pelago;
analoghe conseguenze sulla vegetazione e sulla fauna;
la vicinanza del fiume Sieve, che in sede tecnica ufficiale è classificato con un grado di pericolosità idraulica molto elevato;
la previsione di insediamento dell'impianto in un pianoro golenale e perciò stesso soggetto ad espansione delle acque fluviali in caso di piena;
un impatto estetico-visivo del colossale manufatto e dell'alto camino nel contesto di un paesaggio universalmente riconosciuto di rilevante pregio;
il mutamento del microclima;
la lesione irreversibile dell'immagine di luoghi con una spiccata vocazione agricola e agrituristica;
la prospettiva già annunciata di riduzione forte e traumatica delle presenze turistiche e segnatamente eno-turistiche ed enogastronomiche, anche in funzione della vendita dei prodotti di alta qualità come il vino e l'olio, vanificando gli investimenti pubblici e privati e annullando le storiche conquiste raggiunte negli anni con i sacrifici e gli sforzi degli operatori del settore.
il recupero energetico ottenuto nell'impianto tramite la produzione di energia elettrica (da cui il termine "termovalorizzatore") che è molto minore rispetto alla quantità di energia necessaria per produrre nuovamente i materiali che, anzichè essere recuperati, vengono inviati all'inceneritore.
la svalutazione immobiliare della zona, già verificatasi in altre aree dove sono stati costruiti impianti di incenerimento
l’aumento del traffico e di conseguenza dell’inquinamento dovuto all’aumento della circolazione dei mezzi pesanti per trasferire all’inceneritore di Rufina i rifiuti provenienti dall’impianto di selezione posto in Valdarno a Terranova Bracciolini (cui arrivano i rifiuti provenienti per 2/3 da aree extra ATO 6), a cui andranno probabilmente conferiti anche i rifiuti provenienti dalla Valdisieve. Si dovranno inoltre trasferire i materiali necessari per il funzionamento dell’impianto e i rifiuti speciali costituiti dalle scorie e ceneri prodotte dall’inceneritore destinati alla discarica speciale di Figline Valdarno.
Per la valutazione dell'impatto ambientale la società AER - Ambiente Energia Risorse S.p.a - ha predisposto uno Studio di Impatto Ambientale secondo il quale si fa risalire agli inceneritori di "prima generazione" - come l'impianto già esistente nel Comune di Rufina - l'insorgenza di patologie tumorali e per questo se ne sostiene la trasformazione secondo il progetto ipotizzato.

Gli studi più recenti rivelano, invece, che dagli inceneritori di "ultima generazione" - ai quali il S.I.A. sembra annettere proprietà salvifiche e taumaturgiche - si sprigionano particolati (cioè polveri) ultrafini ancora più nocivi per la salute umana e maggiormente insidiosi.
A supporto di queste ragioni il dottor Stefano Montanari - direttore scientifico del laboratorio di ricerca Nanodiagnostic di Modena e membro del gruppo internazionale di studio sulle nanopatologie incaricato dalla Unione Europea scrive su "Arpat News, 86/2006, 10 Maggio 2006":
"Ormai non esiste alcun dubbio a livello scientifico: le micro e nano-particelle comunque prodotte, una volta che siano riuscite a penetrare nell'organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono trasformarsi in malattia. Malauguratamente non esiste alcun tipo di filtro industriale capace di bloccare il particolato da 2,5 micron o inferiore a questo."

Ma se non bastassero di per sè le problematiche connesse alle conseguenze sulla salute dell'uomo (!), conviene allora non tralasciare le questioni di tipo più prettamente economico:
Sul piano della produzione agricola le emissioni di fumi alterano il microclima della zona
Sul piano dell'immagine complessiva della Denominazione Chianti Rufina avrà una ricaduta notevole perchè tutti i prodotti di qualità sono oggi, giustamente, legati al territorio da cui provengono ed alla sua rispondenza a canoni non solo paesaggistici e culturali, ma anche e soprattutto in quanto aree incontaminate. L'inceneritore dovrebbe insistere proprio in una delle aree con maggior concentrazione di vigneti e oliveti.
QUALI LE ALTERNATIVE PROPOSTE DALL'ASSOCIAZIONE VALDISIEVE
Coscienti che quello dei rifiuti è uno dei problemi principali che assillano le amministrazioni non solo italiane, ma di tutto il mondo "occidentale", l'Associazione non si limita a dire no, ma propone valide soluzioni, più funzionali e soprattutto meno impattanti sotto tutti i punti di vista:
Esistono sistemi alternativi a quello dell’incenerimento proposto, es. i trattamenti meccanico biologici ed i metodi di trattamento a freddo in genere, che uniti ad una politica di riduzione dei rifiuti (cioè riduzione dei materiali di imballaggio e confezionamento, riuso e riciclaggio) e di raccolta differenziata, sono in grado di ridurre fino all'80% la quantità di rifiuti da conferire in discarica. Si tratta di sistemi che, sviluppando tecnologie di "estrazione" di scarti ancora riciclabili e inviando a compostaggio le frazioni biodegradabili, consentono di minimizzare in quantità e in pericolosità i rifiuti da destinare alle discariche.
A questo proposito il Comune di Rufina, grazie all'impegno attivo del suo Sindaco, (dal quale tuttavia la popolazione si attende una netta presa di posizione pubblica contro il progetto dell’inceneritore) si è fatto promotore di un progetto pilota per la "raccolta differenziata spinta" nel proprio territorio con risultati tanto inaspettati quanto incoraggianti: l'82% dei rifiuti è stato così smaltito. Segno che la popolazione, correttamente informata e motivata, risponde in modo cosciente al problema. Si auspica quindi che l'esperienza possa essere allargata agli altri comuni della zona così come espressamente proposto dall'Associaizone Valdisieve.

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